OCCHIALE DI PALMI

L’OCCHIALE DI PALMI… buono a sapersi! di Filippo Marino

Non tutti sanno che a Palmi c’è un complesso monumentale “ad occhiali”. Si tratta delle chiese in combinato di San Rocco e dell’Immacolata. Quest’ultima fu inaugurata nel 1961 dopo un annoso periodo di costruzione e di rifacimenti del progetto originario unitariamente a tre schemi poi variato per il cupolone quadrato sormontato da ceruleo colore che non poche perplessità aveva destato tra i fedeli dell’epoca. Ma non basta. Nella chiesa vecchia Santu Rroccu era nto bussuluni e a Natale a memoria d’uomo veniva allestito un magnifico presepio con muschio d’ulivo e di boschi da notare poi che negli anni 50 non c’era bacheca ma gli avvisi venivano fatti sulla porta antistante la chiesa. Famosi tra questi la scomunica di Papa Pacelli al mondo comunista e l’altro di Padre Pio che invitava i fedeli a pellegrinaggi a San Giovanni Rotondo FG.

L’altro vetrino dell’occhiale è costituito dalla più vetusta chiesa di San Rocco tra i carcerati e gli appestati. Più umile la farcitura in legno con il previsto confessionale, l’altare biancheggiante della Vergine Immacolata e spazi attigui dove era possibile incontrarsi e scambiare qualche parola.

L’ anulus di congiunzione tra i vetrini è la proposta avanzata dal sottoscritto per la Messa beat che doveva coinvolgere un gran numero di giovani in tutt’altre faccende affaccendati. Questo che abbiamo descritto è l’essenziale dell’occhiale palmese perché le due processioni, dell’Immacolata e San Rocco, cime avvenivano un tempo cosi avvengono tutt’oggi. Se escludiamo la benedizione in qualche posto dobbiamo ammettere che quando il canonico giorno di Natale ingreggiava i suoi adepti l’originario sentimento era sparito.

Certo mancava quel bellissimo monumento che in tandem Pititto e Carnevale hanno regalato al bellissimo pubblico di laici e di fedeli di Palmi anche se qualche osservazione postuma poteva non essere di luogo. Dobbiamo pertanto concludere e dire ok all’entusiasmante occhiale palmese anche se ci terremmo un po’ di più alla rivalutazione di esso attraverso l’opera di Francesco Giordano.

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